No, non sono sparita nel nulla,

Non sono caduta vittima dell'ennesimo serial killer di televisiva memoria, non sono stata rapita dagli alieni, non sono andata a fare l'etnografia di una sperduta popolazione tribale, non sono entrata in una counità Amish, non ho perso la memoria in un incidente che mi ha tenuto lontana dal blog, non sono naufragata su una sperduta isoletta vergine, non ho perso ogni mia password inclusa quella di blogspot, non sono andata a fare una spedizione nell'antartico, non ho deciso di chiudere il blog sconfortata da una crisi maniaco depressiva, non ho nessuna di queste scuse per non avere ancora aggiornato.
Sto semplicemente studiando per superare gli ultimi esami che mi separano dalla laurea, se tutto va bene (facendo tutti gli scongiuri che ho imparato in anni di studi) intorno ai primi/metà di dicembre dovrei riuscire ad aggiornare con regolarità, fino ad allora aggiornerò solo se avrò momenti liberi (cosa che al momento mi sembra difficile), comunque continuo a leggere tutti i blog che seguo, e ogni tanto commento pure (e ovviamente leggo la posta).
See you soon!!!


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Intervista a Zoe Romano


Qualche post fa ho scritto qualche breve informazione sul Craftivism, una forma di espressione che trovo particolarmente interessante. Ho accennato anche alla situazione milanese, a Serpica e all'evoluzione a metabrand.
Oggi invece pubblico un intervista. Zoe Romano, giovane copywriter e concept designer, artista visuale e media attivista, grinta da vendere e un cervello di tutto rispetto è una delle creatrici di Serpica Naro, oggi impegnata anche in un progetto di tutto rispetto: Edufashion
.
Zoe ha gentilmente accettato di rispondere a qualche domanda sui suoi progetti, sul mondo del Craftivism in generale e su altro ancora.




   Quali sono state le reazioni della città al progetto di Serpica?

Milano ha reagito positivamente al progetto. Molti quotidiani ne parlarono e anche a qualche anno di distanza mi stupisco che il ricordo di quel momento è ancora nitido nelle menti non solo di chi ha partecipato ma anche di chi l'ha seguito a distanza e si attiva con entusiasmo nei nostri laboratori.

   Che relazione c'è tra craftivism e open source?
Craftivism è l'unione di craft (fatto a mano, mestiere) e attivismo, ossia l'attenzione  ai problemi sociali e l'attivazione nello spazio pubblico. Le questioni sociali hanno spesso a che fare con tutto ciò che riguarda la proprietà intellettuale e  la libertà condividere e scambiarsi risorse abbondanti che invece vengono messe sotto regime di scarsità indotta per poterci guadagnare sopra.
Il "fatto a mano" attinge a pratiche che sono pre-capitalistiche, in cui il passaggio di conoscenze e il tramandarsi il fare erano alla base di ogni comunità autosufficiente.
Il rilasciare il proprio lavoro con codici aperti, utilizzando licenze open source, significa ribadire la necessità dello scambio e la condivisione per tenere in vita la società.
   E tra craftivism e autoproduzione?
Vedo l'autoproduzione come un sottoinsieme (spesso un po' meno politico) di craftivism perchè l'esigenza è quella di uscire dal sistema moda per trovare una nuova dimensione della produzione di moda basata su una filiera cortissima, sul rapporto diretto con le persone che acquistano in tuoi vestiti, sul rispetto delle persone e dell'ambiente.



   Come si è sviluppato il craftivism nel tempo?

Per questo c'è un'utilissima voce su wikipedia che riassume la storia e poi anche il sito Craftivism in cui puoi trovare anche altro materiale interessante raccolto da Betsy Greer che ha coniato il termine nel 2003.
   Secondo te quali potranno essere gli sviluppi futuri? Quali sono le possibilità di costituire un mercato diverso?
Penso che affiancare al craft tutto quello che riguarda lo sviluppo di hardware e software open source ma anche l'utilizzo di tecnologie come le macchine per il taglio laser e le stampanti 3d, si raggiungerà un livello di customizzazione di massa e produzione on demand che permetterà un'offerta concorrenziale con tutto la moda mainstream.

   Parlami di Edufashion, il progetto al quale stai collaborando...
EDUfashion è il progetto su cui sto lavorando da circa un anno finanziato con il contributo della Commissione Europea. Il suo obiettivo principale  è di incoraggiare il fare comune, la collaborazione e l'innovazione per fornire un nuovo punto di vista sulla pratica della moda.
Lo strumento per raggiungere tale obiettivo è la connessione attraverso un marchio aperto e partecipato, Openwear, di individui e gruppi per permettergli di agire come piccole imprese sostenibili beneficiando di ciò che si può condividere attraverso la produzione di un valore comune.
Openwear oltre a essere un brand aperto è sarà anche uno spazio virtuale in cui designer, creativi, studenti, autoproduzioni potranno mettere in gioco le loro capacità per la creazione di una collezione partecipata di capi i cui cartamodelli saranno liberamente scaricabili dai membri della community, e avranno a disposizione uno spazio online in cui mostrare il proprio lavoro, gestire una vetrina in cui vendere le proprie produzioni, e saranno supportati in eventuali percorsi di formazione.

   Quali sono le peculiarità di fare craftivism in Italia rispetto a paesi in cui è più affermato?
In italia è più diffuso il "fatto a mano" e l'autoproduzione piuttosto che il craftivism, ossia l'utilizzo di oggetti fatti a mano, ad uncinetto, a maglia o cuciti per trasmettere un messaggio sociale nello spazio pubblico.
Ma penso che nel prossimo futuro qualcosa in più si vedrà anche qui in Italia.



   Perchè, secondo te, in Italia sono poco utilizzate le forme alternative al copyright che consentono una maggiore circolazione delle informazioni?

Penso sia solo un problema di diffusione delle informazioni. Non credo che le persone non siano d'accordo ma piuttosto non sono ancora entrate in contatto con l'alternativa possibile. Bisognerebbe parlarne di più nelle scuole.

   Secondo te c'è il rischio che il Craftivism possa essere cannibalizzato dalla cultura mainstream?

Il mainstream ha la tendenza a cannibalizzare tutto. Se guardi le collezioni degli ultimi mesi ti accorgi come abbiamo preso molta ispirazione da tutto ciò che viene dal craft. Ma il craftivism non è solo una tendenza estetica, si tratta soprattutto di processo, ossia di come vengono prodotte le cose e come sono condivise, in che contesto sono distribuite e il messaggio che contengono.
Tutto ciò non può essere cannibalizzato, l'importante è che le persone non si fermino all'aspetto estetico ma facciano qualche passo più in là, a volte basta farsi qualche domanda in più.



    In base alla tua esperienza credi che la maggioranza de* craftivist sia donna? O ti sembra che ci sia più bilanciamento fra i generi? Secondo te perchè è così?

Si, c'è una percentuale maggiore di donne perchè culturalmente queste attività erano riservate al "gentil sesso".
Ora siamo in una fase di transizione in cui il craft si sta mixando molto con la tecnologia e credo che si arriverà ad un bilanciamento.
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Piccoli Cthulhu crescono...

It seemed to be a sort of monster, or symbol representing a monster,
of a form which only a diseased fancy could conceive. If I say that my
somewhat extravagant imagination yielded simultaneous pictures of an
octopus, a dragon, and a human caricature, I shall not be unfaithful to
the spirit of the thing. A pulpy, tentacled head surmounted a grotesque
and scaly body with rudimentary wings; but it was the general outline of the whole which made it most shockingly frightful.
(H.P.Lovecraft, the Call of Cthulhu)

Ed ecco quì il primo lavoro che posto sul blog... Girovagando su Ravelry ho trovato questo pattern davvero bello, semplice e molto divertente da fare, ho fatto un paio di modifiche (aggiunto le gambine, allungato un pò le braccia etc...) e ho deciso di provare a fare gli occhietti con le paste sintetiche, credo che diano al piccoletto un pò di personalità in più rispetto a quelli comprati, li ho potuti modellare a mio piacimento fino ad ottenere il risultato voluto... poi un goccio di smalto per dare alla pupilla un bell'aspetto vivo e va! Quì potete ammirare il risultato... a vostro rischio e pericolo! Vi
ricordo che la visione di cotanto terribile essere comporta la perdita
di sanità mentale!
A me sembra davvero tenerissimo. so che ogni scarrafone è bello a mamma sua ma Lui è davvero bello... lo ho chiamato Gennarino Howard (il primo nome mi è venuto in mente mentre crochettavo, il secondo nome in onore al "creatore"), e da quando lo ho finito lo guardo con due occhi da triglia lessa.
 Il tutorial che ho seguito è quello di Amber di Cthulhu Crochet and Cousins, la cosa che mi piace di più di questa creativa è l'originalità dei suoi soggetti (sbirciate un pò, ne vale davvero la pena!).Le modifiche che ho fatto (oltre agli occhietti che ho trovo conferiscano al tutto un tocco di personalità) sono: le gambine (che seguono esarramente la stessa procedura delle braccia) le braccia che ho allungato ripetendo aumentando di 2 giri dal 3 al 5. Inoltre per chi volesse cimentarsi consiglierei di allungare ancora un pò i tentacoli, io di sicuro dal prossimo lo faccio, anche se i tentacolini sono più tenerosi forse. Dite la verità... vi sembra così cattivo visto in quest'ottica pucciosa?

Penso chele ali siano la parte più ostica del lavoro ma dopo un paio di tentativi finalmente sono riuscita a capire come funzionava la situazione e sono venute due tenere alucce nere e verdi (se riuscirò inserirò una nuova foto il prima possibile). Se qualcuna/o vuole provare a cimentarsi il consiglio è di iniziare proprio da quì  (così la parte più complessa è fatta), e di procedere guardando passo passo il tutorial fotografico che è stato creato appositamente dall'autrice.

Che dire? Probabilmente più avanti proverò lo stesso modello con lane diverse, provando diversi effetti (mi riempirò casa di piccoli cthuhulini morbidosi), anche se già questo mi soddisfa completamente, e appena riesco a organizzarmi vorrei preparare anche qualche grande antico per fare compagnia a Genarino Howard, ovviamente pubblicherò corredando il tutto con i progetti!

Avendo io un catorcio per macchina fotografica e non essendo ahimè minimamente in grado (per ora) di fare belle fotografie delle mie cosucce sono ricorsa all'aiuto di una fotografa molto più brava, che ringrazio moltissimo: Marinella. Per chi volesse dare un'occhiata alle sue spledide foto cliccando quì trovate la sua galleria su Flickr.
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craft+activism=craftivism!


Craftivism è un movimento ibrido nato dalla passione per il craft e l'impegno politico, nasce dalla congiunzione di femminismo della "terza ondata" ( o delle differeze), anticapitalismo, sostenibilità ambientale, pacifismo e istanze umanitarie.
Il termine è stato coniato nel 2003 dalla scrittrice Betsy Greer ma in realtà le radici di questo fenomeno sono riscontrabili anche più indietro nel tempo, ad esempio nei quilts che segnalavano i percorsi sicuri per la fuga degli schiavi in America durante lo schiavismo, con il motto "possa il lavoro dei nostri aghi tormentare la coscienza degli schiavisti"che venne adottato dalle ricamatrici , oppure le numerose coperte cucite e vendute per supportare il movimento delle Suffragette.


Lo scopo di tale movimento è, da una parte, quello di creare una coscienza su temi particolarmente sensibili (sfruttamento del lavoro, ecosostenibilità, teorie queer e femministe, etc), e dall'altra quello di ripensare il mondo in un ottica differente (e quì rientra a bomba il femminismo della terza ondata).

Il mezzo privilegiato delle azioni è quello delle cosiddette "arti femminili" (cucito, maglia, uncinetto, ricamo etc),per secoli relegate in uno spazio marginale in quanto attività prettamente "da donna" e "non produttive".
Oggi queste tecniche sono state rivalutate da una battagliera nicchia di attivist* che ha deciso di farne uno dei punti focali delle proprie rivendicazioni, attraverso "Massive knit" (anche detti knit-in) ad esempio, una sorta di flash mob in cui ci si "infiltra" in uno spazio pubblico e si lavora in gruppo a maglia. Questa forma di protesta genera una rottura della tradizionale contrapposizione fra spazio domestico e spazio privato che porta a ridiscutere i ruoli di genere, i simboli del potere maschile e della repressione patriarcale. Un'altra forma di protesta è quella della "Guerrilla art", che inserisce attraverso il riarredo urbano (come le coperture a maglia di lampioni e corrimano) dei messaggi politici all'interno degli spazi pubblici.

In Italia  la storia del craftivism inizia nel 2005 a Milano con Serpica Naro, la stilista virtuale che ha sconvolto il mondo della moda portando alla ribalta i temi della proprietà intellettuale , del lavoro e della precarietà nella moda, infiltrandosi nel calendario ufficiale della settimana della moda (e per chi conosce anche solo vagamente quel mondo può immaginare la portata dell'avvenimento!). Serpica non ha smesso di operare una volta finito l'evento ma si è trasformata in un collettivo che agisce e ragiona proprio su questi temi .  Personalmente credo che il craftivism abbia una forza eccezionale sia per quanto riguarda l'artigianato (una creazione che veicola un messaggio forte e importante non può che essere migliore), sia dal punto di vista dell'attivismo. Inoltre è uno strumento che ha inserito nel panorama dell'attivismo dei temi molto importanti come quello della proprietà intellettuale, degli strumenti di condivisione delle informazioni e del cosiddetto "capitalismo cognitivo".
"Il personale è politico", un motto storico del femminismo è tornato in una forma nuova, ma il messaggio rimane, con la stessa identica forza e rivendicazioni diverse.


Serpica Naro


Questo spettacolo è  stato creato dalla Lady Fancywork Society,a Denver, il loro sito offre molti esempi di yarn bombing, da vedere! (foto di Vagabond Shutterbug)


Un pò di sano riarredo urbano a Milano, da Knittami, un progetto che spero abbia successo... la città ha davvero bisogno di unpò di colore!!!


Radical Cross Stitch
, un buon approfondimento al tema, tra l'altro il sito offre diversi schemi, notevoli quelli femministi (Emma Goldman mi fa impazzire).




Junk studio, un sito che si occupa principalmente del tema ambientale (riciclo creativo etc).


Chi crede ancora che maglia uncinetto & co siano solo un passatempo per vecchie carampane?



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Si parte!!!

Dopo mesi e mesi di riflessioni, prove, lavori, ho deciso che è giunto il momento (finalmente!) di aprire le porte del Giardino.
Non voglio dilungarmi troppo su cosa vuole essere questo spazio (la descrizione la trovate proprio sopra, dove c'è scritto "welcome") però qualche parolina è d'obbligo: credo che il dare una forma ai propri pensieri sia qualcosa di unico, il riuscire a fare qualcosa da pochi materiali non ha prezzo, quello che questo blog si propone è quello di diffondere l'ottica del "do it yourself".
In un mondo sempre più piegato dal consumismo, da una pesante crisi economica ed ecologica, è utile imparare a consumare con intelligenza e  ad autoprodurre. Questo argomento merita un post a parte e mi impegno a scriverne uno per i prossimi giorni. Molti pensano che il mondo delle arti creative si fermi ai pizzi della nonna ma si sbagliano di grosso! Questo mondo è vivo, è lotta, è pensiero, è rivendicazione!
Dopo questa fantastica dichiarazione d'amore alla creatività manca solo un ultimo avviso:
*I miei contenuti sono sotto licenza Creative Commons  Attribuzione ovvero:
Tutti i miei lavori e i miei tutorial sono riproducibili, diffondibili, derivabili etc etc. Questo perchè sono convinta che la creatività debba girare il più possibile, se qualcosa che produco piace trovo che sia diritto di chiunque cercare di riprodurla. È gradita la citazione (per una semplice questione di educazione), e ovviamente se lasciate un commento mi fate molto più contenta (così mi sento almeno utile!).
Spero che il giardino diventi qualcosa di più di una vetrina di creazioni. Vorrei che quì si possa trovare una fonte d'ispirazione, un pò di informazioni utili ma soprattutto un luogo di scambio creativo.

* Quanto detto è chiaramente riferito esclusivamente ai miei contenuti e non a quelli di altr* autori/autrici che cito o che sono contenuti nei link che rimandano a siti esterni (a meno che non sia chiaramente indicato)
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