craft+activism=craftivism!


Craftivism è un movimento ibrido nato dalla passione per il craft e l'impegno politico, nasce dalla congiunzione di femminismo della "terza ondata" ( o delle differeze), anticapitalismo, sostenibilità ambientale, pacifismo e istanze umanitarie.
Il termine è stato coniato nel 2003 dalla scrittrice Betsy Greer ma in realtà le radici di questo fenomeno sono riscontrabili anche più indietro nel tempo, ad esempio nei quilts che segnalavano i percorsi sicuri per la fuga degli schiavi in America durante lo schiavismo, con il motto "possa il lavoro dei nostri aghi tormentare la coscienza degli schiavisti"che venne adottato dalle ricamatrici , oppure le numerose coperte cucite e vendute per supportare il movimento delle Suffragette.


Lo scopo di tale movimento è, da una parte, quello di creare una coscienza su temi particolarmente sensibili (sfruttamento del lavoro, ecosostenibilità, teorie queer e femministe, etc), e dall'altra quello di ripensare il mondo in un ottica differente (e quì rientra a bomba il femminismo della terza ondata).

Il mezzo privilegiato delle azioni è quello delle cosiddette "arti femminili" (cucito, maglia, uncinetto, ricamo etc),per secoli relegate in uno spazio marginale in quanto attività prettamente "da donna" e "non produttive".
Oggi queste tecniche sono state rivalutate da una battagliera nicchia di attivist* che ha deciso di farne uno dei punti focali delle proprie rivendicazioni, attraverso "Massive knit" (anche detti knit-in) ad esempio, una sorta di flash mob in cui ci si "infiltra" in uno spazio pubblico e si lavora in gruppo a maglia. Questa forma di protesta genera una rottura della tradizionale contrapposizione fra spazio domestico e spazio privato che porta a ridiscutere i ruoli di genere, i simboli del potere maschile e della repressione patriarcale. Un'altra forma di protesta è quella della "Guerrilla art", che inserisce attraverso il riarredo urbano (come le coperture a maglia di lampioni e corrimano) dei messaggi politici all'interno degli spazi pubblici.

In Italia  la storia del craftivism inizia nel 2005 a Milano con Serpica Naro, la stilista virtuale che ha sconvolto il mondo della moda portando alla ribalta i temi della proprietà intellettuale , del lavoro e della precarietà nella moda, infiltrandosi nel calendario ufficiale della settimana della moda (e per chi conosce anche solo vagamente quel mondo può immaginare la portata dell'avvenimento!). Serpica non ha smesso di operare una volta finito l'evento ma si è trasformata in un collettivo che agisce e ragiona proprio su questi temi .  Personalmente credo che il craftivism abbia una forza eccezionale sia per quanto riguarda l'artigianato (una creazione che veicola un messaggio forte e importante non può che essere migliore), sia dal punto di vista dell'attivismo. Inoltre è uno strumento che ha inserito nel panorama dell'attivismo dei temi molto importanti come quello della proprietà intellettuale, degli strumenti di condivisione delle informazioni e del cosiddetto "capitalismo cognitivo".
"Il personale è politico", un motto storico del femminismo è tornato in una forma nuova, ma il messaggio rimane, con la stessa identica forza e rivendicazioni diverse.


Serpica Naro


Questo spettacolo è  stato creato dalla Lady Fancywork Society,a Denver, il loro sito offre molti esempi di yarn bombing, da vedere! (foto di Vagabond Shutterbug)


Un pò di sano riarredo urbano a Milano, da Knittami, un progetto che spero abbia successo... la città ha davvero bisogno di unpò di colore!!!


Radical Cross Stitch
, un buon approfondimento al tema, tra l'altro il sito offre diversi schemi, notevoli quelli femministi (Emma Goldman mi fa impazzire).




Junk studio, un sito che si occupa principalmente del tema ambientale (riciclo creativo etc).


Chi crede ancora che maglia uncinetto & co siano solo un passatempo per vecchie carampane?



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